1.1 Il contesto di riferimento

L’Italia è uno dei paesi con la più alta proporzione al mondo di ultrasessantacinquenni (oltre il 22%) con impatti inevitabili per il Paese in termini sanitari, sociali, economici, finanziari e politici. L’allungamento della vita viene associato a un aumento della prevalenza di malattie croniche e, dopo gli ottant’anni, circa il 50% della popolazione soffre di due o più patologie croniche. La recente pandemia da COVID-19 ha amplificato ulteriormente queste problematiche di salute degli anziani, che sono stati i più colpiti direttamente dalla malattia e dalle misure restrittive imposte, con aumentato rischio di malnutrizione, sedentarietà e diminuito accesso ai servizi di cura e prevenzione.

Le strategie di prevenzione delle principali patologie associate all’età e di promozione di un invecchiamento attivo e in salute richiedono inevitabilmente un approccio multidisciplinare, come anche sottolineato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Decade of Healthy Aging, 2021-2030), e da esse dipende futuro, benessere e coesione sociale. Tale rilevanza viene riconosciuta sia a livello nazionale che europeo tramite un solido programma di investimenti in materia di prevenzione, innovazione e interventi finalizzati al rafforzamento delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza per costruire un soddisfacente percorso di invecchiamento attivo.

1.2 Background scientifico

La nutrizione e le corrette scelte alimentari rappresentano un fattore importante per il mantenimento di un buono stato di salute, ritardare i processi di senescenza dei tessuti e prevenire molte delle patologie associate all’invecchiamento. Sono sempre più consolidati gli studi che mettono in evidenza il ruolo di adeguati regimi alimentari nel favorire la prevenzione e il ritardo dell’insorgenza delle principali patologie neurodegenerative e metaboliche legate all’invecchiamento della popolazione. Un esempio importante è rappresentato dagli alimenti tipici della Dieta Mediterranea, particolarmente ricchi di proteine vegetali, acidi grassi mono/polinsaturi, microelementi e micronutrienti, quali folati, fibre, carotenoidi, polifenoli e fitosteroli. L’assunzione costante di fonti vegetali ricche in tali micro e macronutrienti è infatti in grado di contrastare l’insorgenza di molte delle malattie degenerative croniche tipiche degli anziani.

1.3 Obiettivi del progetto

NUTRAGE accoglie la sfida di individuare i migliori regimi dietetici (dietary pattern) in grado di prevenire o ritardare l’insorgenza delle patologie associate all’invecchiamento e allo stesso tempo sviluppare programmi specifici di nutrizione personalizzata delle persone anziane affette da specifiche patologie.
Il progetto contribuirà inoltre a sistematizzare, gestire e integrare i dati a disposizione della comunità scientifica generati dall’applicazione delle scienze “omiche” sull’uomo (o modelli animali), microbiota/microbioma e alimenti al fine di creare dei modelli predittivi in grado di indirizzare l’alimentazione sempre più verso approcci innovativi di “Precision Aging”.

Questi obiettivi ambiziosi potranno essere raggiunti grazie al coinvolgimento di competenze e tecnologie multidisciplinari che vanno dall’agricoltura (per ripensare le filiere e le tecnologie agrarie anche in termini nutrizionali) alle (bio)tecnologie alimentari (per sviluppare prodotti e processi in grado di preservare o incrementare il valore nutrizionale e salutistico degli alimenti con elevata resa di processo); dalla biologia, genetica e genomica (microbiota compreso) alla fisiopatologia umana, con un’analisi integrata delle basi fisio-patologiche del processo di invecchiamento dell’uomo, la comprensione dei meccanismi cellulari e molecolari coinvolti, l’identificazione di biomarcatori precoci e la messa a punto di strategie preventive.
Tali strumenti consentiranno l’analisi rapida e integrata dei profili genetici e microbiologici individuali con dietary pattern specificamente disegnati sulle reali esigenze dei singoli consumatori. Sulla base dei risultati di tali analisi, che si avvarranno anche di studi sulla cultura del cibo e degli aspetti sociologici associati, sarà possibile progettare nuovi percorsi di educazione alimentare che facciano affidamento sui nuovi strumenti digitali di supporto alla informazione e alla consapevolezza dei consumatori.